La dislessia è, insieme alla disgrafia, disortografia e discalculia, un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che colpisce in Italia circa il 3-5% degli studenti e in Europa tra il 9-12%. In Italia almeno 1.500.000 persone sono affette da dislessia e, secondo le ultime ricerche pubblicate dall'Associazione Italiana Dislessia, in ogni classe c’è almeno un alunno con disturbi specifici dell’apprendimento, anche se molto spesso senza una vera e propria diagnosi.
È importante capire che la dislessia non è una malattia: è un disturbo specifico della lettura che causa difficoltà nella decodifica del testo e che si manifesta in tutto il mondo indipendentemente dalla cultura o dalla lingua parlata.
Inoltre, non esiste alcuna relazione tra il livello di intelligenza di una persona, lo sforzo individuale, la posizione socioeconomica e la presenza di dislessia o altri DSA. Questi disturbi dell’apprendimento si possono manifestare durante l’età evolutiva ma possono migliorare, per esempio grazie al supporto di strumenti compensativi e tecnologici.
Da alcune ricerche pubblicate dall’European Dyslexia Association è risultato che il 20-40% delle persone con dislessia ha anche la discalculia, che il 10-20% delle persone con dislessia soffre di un disturbo d'ansia e che il 2-14% delle persone con dislessia soffre di depressione.
I bambini con DSA spesso hanno una bassa autostima, provocata dagli insuccessi scolastici che erroneamente i genitori e gli insegnanti attribuiscono a pigrizia, disattenzione o immaturità. Perciò, di frequente i bambini tendono a dubitare di loro stessi e a risentire del possibile fallimento scolastico.
In Italia è stata fondata l’Associazione Italiana Dislessia: dal 1997 opera, in collaborazione con le istituzioni e con i servizi che si occupano dello sviluppo e dell’educazione dei bambini, con lo scopo di accrescere la consapevolezza e la sensibilità verso questo disturbo.
A livello europeo opera l’European Dyslexia Association, formata da associazioni, genitori e professionisti, e facilita lo scambio di informazioni e di strategie per combattere i pregiudizi e permettere alle persone con dislessia di raggiungere il loro pieno potenziale.
Grazie a più di un secolo di ricerca è aumentata la nostra comprensione riguardo a come gli esseri umani acquisiscono le competenze linguistiche e di alfabetizzazione, e le ragioni per cui le persone con dislessia trovano questo processo più impegnativo.
Ci sono stati progressi significativi nelle procedure per riconoscere precocemente la dislessia, determinare quali strategie funzionano meglio e come sviluppare un supporto appropriato per le persone con dislessia nelle scuole e sul posto di lavoro. Ciononostante, la dislessia è causa di preoccupazioni e sfide per milioni di bambini e adulti in tutta Europa.
I libri di scuola rappresentano il primo ostacolo che i bambini dislessici devono affrontare. Per questo l’Associazione Italiana Dislessia ha fondato il programma “LibroAID”, attivo dal 19 giugno scorso.
LibroAID rappresenta una biblioteca digitale per gli studenti con DSA e consente ai ragazzi di richiedere il formato digitale (file PDF aperto) dei testi scolastici della scuola primaria, secondaria di I e II grado.
Grazie all’accordo firmato con l'Associazione Italiana Editori (AIE) e alla collaborazione degli editori aderenti al servizio, gli studenti con DSA potranno interagire con i libri digitali attraverso dei software compensativi che permettono di ascoltare i testi tramite i programmi di sintesi vocale (questi programmi riconoscono il testo scritto e lo riproducono ad alta voce) e di creare mappe concettuali (evidenziando e prendendo appunti, proprio come se fosse un libro cartaceo).
Quando si parla di strumenti di supporto, l’obiettivo finale non è che le persone con dislessia riescano a raggiungere i livelli dei loro coetanei senza disturbi specifici dell’apprendimento; l’obiettivo è riuscire ad acquisire delle strategie personali e sfruttare le proprie capacità e i propri punti di forza per poter leggere e studiare in tranquillità, a prescindere dai DSA.
L’Associazione Italiana Dislessia specifica chiaramente che gli strumenti compensativi non rappresentano una facilitazione né un vantaggio, in quanto non mettono gli studenti che li utilizzano in una posizione privilegiata rispetto agli altri, né rendono più leggero lo studio della materia.
Molti strumenti compensativi si avvalgono del computer e prevedono l’interazione con i libri digitali, ma non basta: bisogna insegnare agli studenti (e soprattutto agli insegnati) come usarli e il loro utilizzo deve comunque essere integrato con il percorso di studio e una didattica adeguata. L’obiettivo finale è sempre quello di garantire l’autonomia dello studente.
In conclusione, a prescindere dalle capacità intellettuali, senza un sostegno adeguato, gli studenti dislessici non riuscirebbero a imparare facilmente come i loro coetanei. Se però ricevono l’appoggio necessario, non c’è motivo per cui i bambini con disturbi specifici dell’apprendimento non possano raggiungere ottimi risultati e aspirare al diploma di laurea.
È importante dar voce ai disturbi specifici dell’apprendimento, per aumentare la consapevolezza a livello nazionale ed europeo in modo da accrescere i fondi stanziati per supportare gli studenti, per migliorare gli atteggiamenti dei professori e degli istituti scolastici, la legislazione e le strategie nell'istruzione e sul posto di lavoro perché, come sostiene l’European Dyslexia Association: “non importa in quale paese, non importa in quale lingua: la dislessia è ovunque”.
Per saperne di più, potete visitare il sito dell’European Dyslexia Association in inglese https://www.eda-info.eu/ o il sito dell’Associazione Italiana Dislessia in italiano https://www.aiditalia.org/.