Gent, 25 novembre 2019, Margherita Pancaldi - A volte le coincidenze ci sorprendono. Succedono delle cose e solo a distanza di molti anni uniamo i puntini e capiamo che era tutto collegato. Questo è il racconto della mia esperienza, e di come un evento che si è verificato nel 2013 grazie alla Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea ha acquisito un significato diverso solo nel novembre 2019.

 

Innanzitutto, dovete sapere che io ho studiato al Liceo Linguistico Laura Bassi a Bologna, in Italia, dal 2010 al 2015. Sono stati cinque anni intensi e divertenti, durante i quali ho passato la maggior parte del tempo a studiare tre lingue straniere: inglese, spagnolo e francese.

In Italia devi scegliere che direzione prenderà il tuo futuro a 13 anni: a quell’età gli studenti italiani devono decidere a quale scuola superiore iscriversi.

C’è l’imbarazzo della scelta: studiare lingue straniere, studiare lingue classiche come greco e latino, studiare le materie scientifiche, le scienze umane, le materie artistiche o musicali.

Ma, come si può facilmente capire, lasciare che dei tredicenni prendano una decisione così importante per il proprio futuro può avere delle conseguenze spiacevoli. Molto spesso, perciò, gli studenti si pentono del proprio percorso di studi, cambiano scuola, non riescono a raggiungere buoni risultati perché non sono pienamente soddisfatti della propria scelta.

Ma questo non è stato il mio caso.


Imparare una lingua straniere: conoscere culture, storie, persone

Quando ho scelto il liceo linguistico l’ho fatto con una grande consapevolezza e una grande convinzione: volevo studiare le lingue straniere. Volevo imparare lingue diverse, poter viaggiare e parlare con le persone del posto, conoscere culture e storie provenienti da tutto il mondo.

Insomma, io amavo le lingue ed ero sicura del mio percorso scolastico.

Quindi, quando durante il mio quarto anno di scuola superiore la professoressa di spagnolo è entrata in classe e ci ha proposto di partecipare a un concorso di traduzione, io ho accettato entusiasta.

Il concorso si chiamava “Juvenes Translatores”: è latino e significa “giovani traduttori”.

Probabilmente, il nome è familiare a molti di voi. Io ho scoperto solo a distanza di sei anni che si tratta di un concorso annuale organizzato dalla Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea.

Sicuramente la mia professoressa all’epoca ci aveva detto chi organizzava il concorso, eppure, per qualche motivo, avevo completamente rimosso questo ricordo. Almeno fino al 21 novembre 2019, quando, mentre navigavo su Twitter nel corso del mio tirocinio universitario in Belgio, ho scoperto che si stava svolgendo la dodicesima edizione di Juvenes Translatores in più di 700 scuole in tutta l"Unione Europea.

E, improvvisamente, mi è tornata in mente quell’esperienza vissuta sei anni fa.


Le lingue dell’Unione Europea: 552 combinazioni possibili

Mi ricordo che c’è stata una prima fase di selezione, perché la scuola che si iscrive al concorso e viene scelta può partecipare solo con i suoi cinque studenti migliori.

La mia scuola ha organizzato un concorso interno di traduzione nelle varie lingue straniere studiate da noi studenti. A questa prima fase hanno preso parte volontariamente circa 60 studenti, e la scuola ha poi selezionato i cinque candidati migliori che si sarebbero cimentati nella prova ufficiale di traduzione del concorso, nel giorno stabilito dalla Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea e in simultanea con numerose altre scuole d’Europa.

Io facevo parte delle cinque persone selezionate: avevo superato la prima fase.

Quando il vicepreside è venuto in classe e me l’ha comunicato davanti a tutti, ero davvero emozionata. A differenza di alcuni dei miei compagni, che avevano preso parte alla prima fase di selezione solo per saltare qualche ora di lezione (il che è più che comprensibile a quell’età), io l’avevo fatto con molta convinzione ed ero seriamente interessata.

Poi, il giorno della prova, la Direzione Generale della Traduzione fornisce alle scuole i testi da tradurre. Gli studenti possono scegliere la combinazione linguistica che preferiscono, anche se la Commissione Europea stessa ci tiene a precisare che gli studenti che traducono nella loro lingua materna saranno sempre avvantaggiati rispetto a quelli che tentano di tradurre in una lingua straniera.

Ogni partecipante può scegliere di tradurre da qualsiasi lingua ufficiale in qualsiasi altra lingua ufficiale dell’Unione Europea; è importante ricordare sempre che le lingue ufficiali dell’UE sono: bulgaro (BG), ceco (CS), croato (HR), danese (DA), estone (ET), finlandese (FI), francese (FR), greco (EL), inglese (EN), irlandese (GA), italiano (IT), lettone (LV), lituano (LT), maltese (MT), neerlandese (NL), polacco (PL), portoghese (PT), rumeno (RO), slovacco (SK), sloveno (SL), spagnolo (ES), svedese (SV), tedesco (DE) e ungherese (HU).

Nell"edizione del 2018 la Direzione Generale della Traduzione ha ricevuto 3252 traduzioni da tutta Europa: sono state utilizzate 154 combinazioni linguistiche, delle 552 combinazioni possibili (dato che ogni lingua può essere tradotta nelle altre 23).

La combinazione linguistica che io ho scelto nel 2013 era inglese-italiano: delle tre lingue straniere che studiavo al liceo, l’inglese era sicuramente quella che mi faceva sentire più sicura.


Un tuffo nel passato e i cambiamenti di oggi

Il testo che dovevo tradurre parlava del vantaggio del gemellaggio tra diverse città europee, una tematica che sta a cuore a molti cittadini dell’Unione Europea per creare legami e scambi culturali tra diversi paesi.

Ricordo di aver portato a scuola tre grossi dizionari e che per la prima volta il loro peso mi sembrava quasi leggero, alleggerito probabilmente dalla mia eccitazione all’idea di partecipare a questo concorso. Ricordo i fogli che ci avevano consegnato i professori, il rumore della penna sulla carta mentre scrivevo veloce per poter finire la traduzione nel tempo stabilito.

Per la prima volta, però, l’edizione di quest’anno è online: fino alla scorsa edizione, i partecipanti al concorso Juvenes Translatores traducevano su carta, come io stessa ho fatto sei anni fa. Da quest’anno, la Direzione Generale della Traduzione vuole avvicinare gli studenti al mondo della traduzione professionale e dunque per la prima volta i concorrenti tradurranno al computer, con il solo supporto dei dizionari cartacei.

Una volta finita la traduzione, in quell’aula piccola che conteneva solo cinque studenti e molti dizionari, i professori l’hanno consegnata alla Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea, e noi partecipanti abbiamo messo da parte il pensiero del concorso e siamo andati avanti con le nostre vite da liceali.

Infine, la Direzione Generale della Traduzione sceglie un vincitore per ogni stato membro. Per il vincitore è previsto un viaggio a Bruxelles, dove prenderà parte ad una cerimonia ufficiale durante la quale riceverà il premio. Sicuramente un momento memorabile per qualsiasi studente di 17 anni.


Uniti nella diversità

Ma sostanzialmente, qual è lo scopo di Juvenes Translatores? Come appare sulla pagina web della Commissione Europea lo scopo è promuovere l"apprendimento delle lingue nelle scuole e consentire ai giovani di farsi un’idea di come funziona il mestiere del traduttore, essere "uniti nella diversità", come dice il motto dell"UE. L"apprendimento delle lingue straniere ci avvicina agli altri popoli e ci permette di capire meglio culture diverse e, cosa molto importante, per i giovani significa poter approfittare di tante opportunità di studio e lavoro in tutta Europa.

Inoltre, secondo l’UE, le ultime ricerche evidenziano il crescente bisogno di traduzioni e traduttori in Europa, una tendenza di cui bisogna tener conto nell’educazione degli studenti.

Indubbiamente, il concorso ha spronato alcuni dei partecipanti a intraprendere studi di lingue e a diventare traduttori.

Di sicuro, ha spronato me.

Poter prendere parte a un’esperienza del genere mi ha permesso di conoscere un mondo lavorativo che non conoscevo e, pur non avendo vinto e partecipato alla premiazione finale a Bruxelles, a distanza di sei anni ho comunque potuto toccare con mano il mestiere dei traduttori della Direzione Generale della Traduzione alla Commissione Europea.

A distanza di sei anni, infatti, mi trovo in Belgio e sto svolgendo il mio tirocinio universitario presso una compagnia che si occupa di tenere sempre aggiornati i professionisti del settore linguistico, scrivendo articoli e facendo traduzioni e revisioni. Questo tirocinio mi ha permesso di andare alla Commissione Europea e incontrare traduttori provenienti da tutta Europa, nel corso del Translating Europe Forum 2019, che riunisce gli esperti del settore in due giornate di incontri interessanti e stimolanti.

A distanza di sei anni, quindi, ho finalmente collegato i puntini e ho capito che spesso le cose accadono per un motivo ben preciso, anche se nel momento in cui accadono non ce ne rendiamo conto.


Per saperne di più, potete leggere il pdf delle regole del concorso Juvenes Translatores in italiano e in inglese.

Potete leggere le ragioni per cui la Commissione Europea ha instituito il concorso Juvenes Translatores, in italiano e in inglese.

Potete leggere “Twinning is winning”, la versione pdf del testo in inglese che ho tradotto nell’edizione del 2013.

 

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